sabato 1 agosto 2020

Fast Fashion: cos'è e perché dovremmo evitarla

Ciao ragazze, oggi vorrei parlarvi di un argomento di cui ultimamente mi sto informando molto e ho deciso di parlarvene perché vedo che sul web non se ne discute abbastanza. Sto parlando della fast fashion. Sapete cos'è?
Sicuramente avrete notato che ormai non mostro haul fashion da tanto tempo e il motivo principale è perché semplicemente acquisto meno, ma soprattutto cerco di acquistare con più consapevolezza.


La fast fashion, come dice lo stesso termine, è la cosiddetta moda veloce, cioè che passa rapidamente dalle passerelle e che influenza le tendenze della moda del momento. Quindi si tratta di linee di moda progettate e prodotte in modo rapido ed economico, ed è proprio per questo motivo che poi noi consumatori andremo ad acquistare questi capi ad un costo molto basso. I brand che contribuiscono alla fast fashion sono tutti quei brand low cost che troviamo per esempio nei centri commerciali, come H&M, Zara, Mango, Primark, Bershka, Stradivarius, tanto per nominarne alcuni. Ovviamente non nego che in questi anni ho continuato ad acquistare una volta ogni tanto qualcosa di questi brand, ma ultimamente sto cercando di limitare questo genere di acquisti e vi spiego subito il perché. Con queste nuove aziende, la moda e le nuove collezioni che vediamo nelle passerelle sono diventate accessibili a tutti grazie ai prezzi molto competitivi. Invece un tempo la moda era un privilegio, poche persone potevano permettersi di acquistare i vestiti delle sfilate. Ma ci abbiamo mai pensato che impatto ha questa moda low cost sul nostro pianeta?
La fast fashion ha delle conseguenze veramente dannose da tanti punti di vista. Innanzitutto a livello umano. I capi low cost vengono prodotti solitamente in paesi poveri, in strutture non proprio adeguate e i lavoratori sono costretti a lavorare per tante ore al giorno per una paga bassissima.

Credits: Blog Supercut
Credits: Blog Supercut

Non solo questi lavoratori vengono sfruttati, ma nel peggiore dei casi rischiano anche la vita. Come è avvenuto nel 2013 in Bangladesh. 
A causa del crollo del Rana Plaza, un edificio commerciale dove venivano prodotti capi fast fashion, morirono 1.129 lavoratori. Questo edificio conteneva fabbriche di abbigliamento, una banca, appartamenti e tanti negozi. 
Nei mesi precedenti al crollo, quando si accorsero delle crepe sull'edificio, tutte le attività commerciali furono chiuse, tranne purtroppo le fabbriche tessili e di conseguenza la mattina del 24 aprile 2013 morirono tanti lavoratori.

Credits: eHabitat

In seguito a questa vicenda ci sono state tante manifestazioni contro lo sfruttamento dei lavoratori in queste fabbriche. 

Credits: Roba da Donne

La fast fashion però non ha conseguenze solo a livello umano, ma anche dal punto di vista ambientale. L'industria tessile infatti rappresenta la seconda industria a livello mondiale per tasso di inquinamento ambientale. I capi low cost costano poco perché vengono utilizzati tessuti sintetici, che vengono ottenuti da scarti di prodotti petroliferi, che non solo non sono riciclabili né biodegradabili, ma ad ogni lavaggio rilasciano migliaia di particelle inquinanti: le cosiddette microplastiche. Queste particelle persistono nell'ambiente e vanno ad inquinare soprattutto gli ecosistemi marini ed acquatici.

Credits: La Repubblica Torino

Inoltre l'industria della moda rappresenta anche il 20% dello spreco globale di acqua e il 10% delle emissioni di anidrite carbonica, e questo genere di industrie di solito abusano anche di pesticidi che inquinano l'ambiente. E per ultimo, ma non per importanza, l'industria della fast fashion produce tonnellate di rifiuti tessili che non possono essere riciclati. Per esempio abbigliamento che i marchi non sono riusciti a vendere o tutti quei vestiti che buttiamo dopo aver utilizzato poco, perché essendo di scarsa qualità si rovinano subito. 
Tutto ciò porta ad un consumismo eccessivo, acquistiamo in continuazione perché tanto questi vestiti costano poco e ci sentiamo meno in colpa se poi rimangono nell'armadio quando non ci piacciono più o sono passati di moda. Un tempo c'erano soltanto due collezioni all'anno, quella primavera/estate e quella autunno/inverno, adesso invece siamo bombardati di pubblicità di nuove collezioni di ogni tipo per invogliarci ad acquistare. Ogni mese troviamo una novità: a settembre la collezione back to school, poi quella per halloween, poi l'autunno, il Natale, la primavera, l'estate, insomma tante scuse per farci spendere sempre più soldi.
Siamo soprattutto noi che dobbiamo cambiare, dobbiamo smettere di alimentare questo commercio molto dannoso. Lo so che non è per niente semplice, perché i brand ecosostenibili solitamente costano di più, ma dobbiamo capire che se un capo lo paghiamo di più è perché è stato fatto rispettando l'ambiente, pagando in modo etico gli operai e soprattutto acquistiamo dei vestiti, che essendo di buona qualità, ci dureranno per anni. Secondo me è meglio acquistare un solo capo che andrò a sfruttare per tanti anni, piuttosto che tanti vestiti low cost che non solo dovrò buttare dopo aver utilizzato pochissime volte, ma che creano tanti danni al pianeta.
Con questo post ovviamente non vi sto dicendo di buttare tutti i vestiti fast fashion che possedete, anch'io sono la prima ad averne tanti, ma di ragionare di più prima di un acquisto, fare uno shopping più sostenibile e responsabile, capire se davvero abbiamo bisogno di un determinato vestito e se possiamo trovare per esempio delle alternative a casa nostra. Spesso abbiamo in casa vestiti di cui non ci ricordavamo assolutamente. Io dico sempre lo shopping inizia da casa, prima vediamo se ci manca realmente qualcosa e in caso contrario passiamo all'acquisto di nuovi capi. Inoltre se abbiamo in casa qualcosa che non utilizziamo più ed è in ottime condizioni, perché non regalarlo a qualcuno che invece potrebbe utilizzarlo? I vestiti che non utilizziamo più li potremmo portare anche nei mercatini dell'usato, dove possiamo volendo fare shopping; spesso si trovano dei vestiti veramente molto carini. Oltre ai mercatini dell'usato e al riciclo dei vestiti, ci sono anche tanti brand sostenibili, soprattutto online.
 Avevate già sentito parlare della fast fashion? Cosa ne pensate?
Se volete, scrivetemi la vostra opinione in un commento.
A presto ragazze 😘


1 commento:

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